Boris-Clown Johnson: è lockdown
Sono trascorsi soltanto dieci giorni dal discorso shock del primo ministro che avvertiva che molte famiglie del Regno Unito avrebbero perso i propri cari, ma nonostante ciò il governo non era comunque disposto a mettere il campo misure restrittive come quelle prese dall’Italia per arginare l’epidemia da Coronavirus.
Ricordate l’immunità di gregge? Ricordate quante pecore anche in Italia hanno detto che era la scelta più giusta e ovvia?
Bene (male!) anche Boris-Clown Johnson alla fine si è arreso, con un messaggio alla nazione ha annunciato l’entrata in vigore il lockdown: negozi chiusi e tutti in casa. Stop a tutti gli esercizi commerciali non essenziali, vietate riunioni in pubblico di più di due persone, con multe da 30 sterline ai trasgressori. Parchi aperti in parte, luoghi di preghiera chiusi, si potrà uscire soltanto per lavoro, la spesa, portare a spasso il cane, far esercizio o per assistenza.
<< C’è un populismo squinzio, banale, isterico, ripetitivo, noioso, e un populismo chic, pieno di sorprese e di imprevisti. Il sindaco che governò Londra multiculti in uno spirito fiero di apertura e di gioco è già stato beccato a sparlare del protezionismo a un vertice di stato, e a un altro vertice sbevazzava con Trudeau e Macron cazzeggiando su quanto è comico The Donald. Perché con Johnson ci sono alte probabilità che ricorderemo la Brexit come il primo di una serie di atti fanaticamente favorevoli alla globalizzazione>> Giuliano Ferrara, 13 dicembre 2019 – Il Foglio
Intanto in tempi di emergenza cresce l’indice di gradimento per l’esecutivo e per il presidente Conte: secondo il sondaggio realizzato da Demos sono al 71%. E questo nonostante i partiti di maggioranza riscuotano quasi lo stesso consenso del mese scorso. Scendono un po’ Lega e Italia viva, il capo del Carroccio battuto anche da Zaia, governatore del Veneto, e inseguito da Fontana, quello mascherato dela Lombardia