Siamo tutti in un Bar Sport*

Siamo tutti in un Bar Sport*

Fino a non troppo tempo fa, ma almeno trent’anni, con gli amici estivi del Paese si scorrazzava da una piazza all’altra, da una casa ad un cortile, da una partita di calcetto ad una corsa in scooter, ma poi si finiva sempre a ciondolare in un bar piuttosto che in un altro. Non tanto per bere, ma per raccontarsi storie e fantasie. Un modo per perdere tempo, per preparare un’altra sfida e poi ripartire per un’altra avventura, dove non so, l’importante era andare.

Bar Sport, Dopolavoro, Bar Roma, Bar della Piazza, ogni paese ne aveva uno e ognuno aveva un gruppo di perditempo come noi, ovunque si parlava del nulla e forse del tutto. Il gioco a carte era dei vecchi, le avventure con le ragazze erano dei grandi e noi li a costruire le nostre storie. La sigaretta senza filtro che non si respirava, il motorino truccato per fare più rumore, le prime volte mirabolanti che nessuno poteva confermare, le feste organizzate che non si sapeva dove fare, parole di politica non di destra non di sinistra ma per sentito dire.

Non era importante cosa fare, anche il nostro nulla diventava importante.

Tante le figure nella mente scorrono oggi, ma ancora di più gli intercalari e i gesti che diventano foto. Espressioni colorite che identificano un vecchio di cui non ho mai saputo il nome, che forse non c’è più, ma che è parte di me.

Quel Bar Sport era la meta di tutti, per chi non sapeva dove andare, per chi voleva farsi vedere, ma anche per chi voleva nascondersi, per chi voleva bere, per chi voleva giocare.

E poi per quelli che come noi volevamo essere i grandi.

Poi passano trent’anni, qualcuno gioca a carte, molti continuano a bere, tanti non ci sono più, ma c’è nostalgia. Ha un sapore diverso dalla malinconia; è il pensiero del tempo che è veloce e che hai voglia di vivere, ma che, trent’anni dopo, ti accorgi ora che è veloce davvero!

Quell’immagine del Bar Sport è da questa mattina che mi rimbalza in testa, tra progetti da chiudere e mail a cui rispondere.

Il Bar è sulla strada, fa caldo, è un silenzio chiassoso tutto intorno.

E’ l’ora più inutile, le tre di un pomeriggio di un’estate.

Il dehor pieno, rigorosamente diviso per età e gradi.

Quelli che giocano a scopa, i vecchi.

Quelli che raccontano della sera prima, i grandi.

E noi attenti ad assorbire tutto quello che poteva servirci, quando non so.

E’ l’estate di “Nata sotto il segno dei pesci” nel jukebox a monete.

Tutti parlano, ma come al solito nessuno ha qualcosa da dire. I dialoghi di un tavolo che diventano quelli dell’altro. Quello dal fondo che urla in lingue sconosciute contro il compagno di rubamazzo. Poi c’è quello del Delta, quello che ha solo Panda, quello che è il figlio di… e quello che è stato con…

Passa un altro pomeriggio di nulla, come quello del giorno prima e quello del giorno dopo, ma è un nulla bello, è vivo.

No, non sceglierei di ritornare al Bar Sport, sono passati trent’anni ora.

Ma intorno a quel tavolo so che Carola non si siederà mai, perché sono passati trent’anni. Perché quel Bar non esiste più e anche quel nulla che per noi era importante non c’è più.

Ma farà sicuramente anche lei altre partite e altre corse, un altro nulla.

Forse si, c’è malinconia.

Perché anche quel nulla è stato importante e intorno a quel tavolo sono cresciuto.

Hai sentito anche Tu quello laggiù che racconta di quello che ed è andato dalla D’Urso a dire il rosario? Robe da matti! E poi c’è quello che già al terzo bicchiere gli da ragione e con il gomito appoggiato alla ringhiera gli urla in mezzo italiano <<bravo, tu si che devi andare a Roma!>>

Ecco il mio Bar Sport è il nulla…ma poi alla fine accade che a quelle storie qualcuno ci crede e qualcuno a Roma ci va.

*Racconto breve scritto in un pomeriggio di marzo in pieno lockdown e pubblicato oggi…a pochi giorni da un Natale insolito.

Related Posts

“OxO” è “Ospitalità per Ognuno”

“OxO” è “Ospitalità per Ognuno”

E’ meglio una DMO territoriale o una DMC?

E’ meglio una DMO territoriale o una DMC?

Parliamo di “Accoglienza” e non più di “Turismo per tutti”

Parliamo di “Accoglienza” e non più di “Turismo per tutti”

Il nuovo turismo? Apprendere dalle Comunità locali.

Il nuovo turismo? Apprendere dalle Comunità locali.